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Quadrilatero della Moda

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Quadrilatero della Moda e Corso Buenos Aires – L’area nord-est della città può essere considerata quella a più spiccata vocazione commerciale: dal distretto del lusso, rappresentato dal “Quadrilatero della moda”, ai quasi 2 km di estensione di corso Buenos Aires, lungo il quale si affiancano centinaia di punti vendita. L’ampio spazio verde dei Giardini Pubblici fa da spartiacque tra queste due zone.

Il Quadrilatero della moda – Milano è senza dubbio la capitale italiana della moda e uno dei suoi luoghi-simbolo a livello internazionale. Ed è proprio nel cosiddetto “quadrilatero” che nel corso dei decenni si sono concentrati i principali marchi del lusso nazionale e mondiale. Punto di accesso è via Monte napoleone, la più importante e lussuosa strada di Milano, che con la parallela via della Spiga e le perpendicolari via Sant’Andrea, via Gesù, via Santo Spirito e via Borgo spesso costituisce il cuore del distretto, storicamente noto come i Quattro Borghi.
Passeggiare per il Quadrilatero consente di immergersi in un’atmosfera molto particolare fatta di eleganti atelier e vetrine colorate. Tra le boutique, però, si trovano anche prestigiosi palazzi che ospitano importanti luoghi della cultura: dalla casa museo Bagatti Valsecchi, per esempio, alle raccolte storiche di Palazzo Morando dedicate a costume, moda e immagine.
Uscendo da via Monte napoleone su corso Matteotti, si arriva in Piazza San Babila: fino all’inizio degli anni Trenta del Novecento, lo slargo situato di fronte alla chiesa omonima – costruita nell’XI secolo sui resti di un luogo di culto precedente e rimaneggiata a più riprese –  era un crocevia sorto in corrispondenza dell’antica porta Orientale, oggi Porta Venezia. La definizione del perimetro attuale della piazza si deve a una serie di proposte urbanistiche riassunte nel Piano Regolatore del 1934.

Dai Giardini Pubblici a corso Venezia: Con un’estensione di circa 17 ettari, i Giardini sono compresi tra corso Venezia, via Palestro, piazza Cavour, via Manin e i bastioni di Porta Venezia. Realizzati alla fine del Settecento su progetto di Giuseppe Piermarini, sono stati i primi in città a carattere pubblico: l’impianto “alla francese” è riconoscibile nella geometria delle aiuole e nelle ampie prospettive dei viali alberati, nella gradinata che collega i giardini ai bastioni e nelle cancellate con vasi neoclassici.
L’assetto originario è modificato da Giuseppe Balzaretto ed Emilio Alemagna tra il 1857 e il 1881 con l’inserimento di  bacini d’acqua, cascate, alture e finte rocce. Tra il 1890 e il 1915 sono posizionate alcune statue e ampliati i limiti occidentale e orientale includendo il Museo Civico di Storia Naturale – tra i più importanti musei naturalistici in Italia – e il Planetario, donato alla città dall’editore Ulrico Hoepli, una delle più prestigiose istituzioni nazionali di divulgazione e didattica legata all’astronomia e all’astrofisica.
Dal 2002 i Giardini sono intitolati al giornalista Indro Montanelli (1909-2001) cui è anche dedicata la statua dello scultore Vito Tongiani collocata all’ingresso di piazza Cavour.
Uscendo su via Palestro, ci si trova di fronte la Villa Reale, tra i più rilevanti esempi di architettura neoclassica milanese, costruita tra il 1790 e il 1796 come grandiosa residenza del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso. Oggi ospita la Civica Galleria d’Arte Moderna e, sul sito delle antiche scuderie, il Padiglione d’Arte Contemporanea, sede per esposizioni inaugurata nel 1954.

Corso Buenos Aires: Corso Buenos Aires – che in quasi 2 km di estensione collega piazza Oberdan a piazzale Loreto – è tra le più dinamiche e importanti vie commerciali e di transito di Milano. Oltre a essere una delle mete dello shopping per svariati generi merceologici, offre anche altri motivi per trascorrere un pomeriggio o una serata: dal Teatro Elfo Puccini, uno dei luoghi della cultura milanese, alla casa museo Boschi-Di Stefano – che nasce dalla passione dei coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano che hanno raccolto una delle più importanti collezioni del patrimonio artistico milanese del XX secolo –, allo Spazio Oberdan che ospita esposizioni, mostre e una sala per le proiezioni della Fondazione Cineteca italiana. Inoltre, corso Buenos Aires e il reticolo di vie limitrofe sono animate da una miriade di locali e ristoranti e costituiscono una delle principali zone LGBT friendly della città.

La Stazione Centrale e il grattacielo Pirelli: Grandioso simbolo dell’ingresso in città, è una delle più grandi stazioni d’Europa e la seconda in Italia per numero di passeggeri in transito. L’edificio in pietra, costruito da Ulisse Stacchini tra il 1927 e il 1931, unisce eclettismo, liberty e monumentalità romana, e propone elementi scultorei voluti dal regime fascista. Gli spazi della stazione sono stati ristrutturati tra il 2005 e il 2010: la Galleria delle Carrozze è collegata al livello della metropolitana, mentre i percorsi per la Galleria di Testa sono ridefiniti con nuove rampe mobili, una nuova biglietteria e spazi commerciali multilivello. Di fronte al binario 21, tristemente noto per le partenze dei convogli diretti ai campi di concentramento nazisti che oggi ospita il Memoriale della Shoah, è posto il Padiglione Reale, che si distingue per l’architettura classicheggiante. A breve distanza, si trova il grattacielo Pirelli, emblema del dinamismo economico della Milano del dopoguerra. Progettato da Gio Ponti, viene realizzato tra il 1955 e il 1960 come sede amministrativa delle industrie Pirelli. Con i suoi 127 metri di altezza è stato tra gli edifici in cemento armato più alti d’Europa. Sede della Regione Lombardia dal 1978, il trentunesimo piano ospita il belvedere che offre una magnifica vista sull’intera città.

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